Non possiamo lasciar fuori l’immaginazione dai nostri progetti

Questo articolo e’ adattato dall’originale: We can’t cut imagination off our projects

“L’immaginazione è come un muscolo. Ho scoperto che più scrivevo, più essa cresceva.”

Philip José Farmer, scrittore di fantascienza

Quando eravamo piccoli, molti di noi hanno avuto la sfortuna di essere ripresi perché’ assorti nella propria immaginazione. I bambini hanno bisogno dell’immaginazione per il loro sviluppo cognitivo, emotivo e sociale; ma questo vale anche per gli adulti. Alcuni di noi sono rimasti fedeli alla propria immaginazione, diventando artisti e visionari. Gli altri l’hanno praticamente abbandonata, e ad oggi hanno difficoltà nell’essere creativi.

Quindi, creatività ed immaginazione sono due cose diverse?

Rispondo con un nì.  Ovvero, intendiamo per immaginazione la nostra naturale abilità creativa. Ma l’immaginazione si riferisce a cose che non esistono. La stessa parola suggerisce che abbiamo a che fare con immagini: possiamo dunque dire abbiamo una fervida immaginazione quando siamo capaci di vedere cose non reali, con gli occhi della nostra mente.

D’altro canto, creatività significa saper utilizzare la propria immaginazione per creare qualcosa di reale: è inventiva. Pensa al lavoro di un pittore, che immagina qualcosa con il quale è in grado di creare un capolavoro.

Possiamo ottenere grandi risultati instillando creatività nei nostri progetti. E questo implica che bisogna riscoprire il potere della nostra immaginazione per sbloccare il nostro pieno potenziale.

Ecco perché’ non possiamo tagliar fuori l’immaginazione.

Funge da innesco motivazionale. Quando cominciamo a vedere qualcosa nella nostra testa, pensando che sia una grande idea, non sappiamo come scrollarci l’entusiasmo dalle spalle. Questo accade perché’ l’immaginazione è emotiva! Quante volte succede che, discutendo con gli amici di un problema, improvvisamente abbiamo acceso una lampadina? Immaginiamo come la nostra idea possa essere grandiosa, e ci sentiamo benissimo perché’ nessuno ha pensato alla stessa cosa. Questo ci motiva a pianificare un progetto basato sulla nostra “folle” idea per trasformarla in qualcosa di concreto.

È un’infinita risorsa di idee. È vero che durante il processo creativo abbiamo bisogno di rimettere i piedi per terra, al fine di rendere le nostre idee qualcosa di reale. Tuttavia, se cominciassimo dal mettere in discussione senza lasciar spazio al pensiero, porremmo un freno al nostro processo inventivo. Andremo a pensare che la nostra idea sia troppo folle, o addirittura stupida, senza aver avuto il tempo di svilupparla. Pensare in modo critico è importante per essere sicuri che possiamo trarre qualcosa dalle nostre idee. Ma questo viene dopo. Se Van Gogh avesse messo un freno alla sua immaginazione, non avremmo alcuna Notte Stellata.

Molte invenzioni sono state create grazie all’immaginazione. Gli aeroplani sono nati perché qualcuno pensò: “immagina se le persone potessero volare”. Le telecomunicazioni sono possibili perché’ qualcuno trovò un modo per renderle reali. La prima ruota fu il prodotto di abili mani, che a loro volta operarono sulla base di un’immagine nella testa di un inventore. Non vi è dunque argomentazione sul fatto che non possiamo essere abbastanza creativi: queste cose non esistevano prima perché’ nessuno ci aveva ancora pensato. Eppure, oggi sono cose comuni.

Come riaccendere la nostra immaginazione

Nello scrivere Nuova Maieutica, ho cominciato scarabocchiando alcune idee e solo dopo mi venne l’idea del libro. Definire la sua struttura ha reso possibile completare il processo creativo. Sono stato molto attento e presente mentalmente facendo ciò che mi piace. Infine, ho provato a comprendere meglio i miei punti di forza invece di pensare troppo come e cosa farebbero altri al mio posto.

Ecco come ho aggiunto l’immaginazione alla ricetta:

  • Tenendo un diario. Scrivendo e disegnando le nostre idee su carta ci assicura di non lasciar cadere le nostre idee nel dimenticatoio. L’atto per se’ di metterle per iscritto è da considerare come il primo passo vero la loro realizzazione, supportando il loro susseguente sviluppo.
  • Osservando di più. Le idee possono venir fuori dal nulla, e sappiamo bene quanta poca attenzione prestiamo a ciò che ci circonda durante una passeggiata. Talvolta potremmo mettere via il nostro smartphone e concentrarci sui dintorni.
  • Scoprendo cosa mi differenzia. Cosa ci rende diversi dagli altri? La risposta potrebbe essere la soluzione al nostro blocco creativo. Accettare la nostra diversità equivale all’accettare quei punti di forza che ci rendono unici. Ho realizzato che superare questo problema non solo rinforza l’abitudine al pensiero positivo, ma anche creatività e immaginazione.

Cosa funziona meglio per te?

Published by Andrea Paviglianiti

I practice coaching, I love reading, and I work as a data scientist. I also recharge my batteries with meditation, martial arts, and video games. I perform career and skills coaching – thus I define myself as a “cognitive” coach: I help people improve their learning experience to succeed where they want. My method is based on behavioral analysis, psychology of learning, philosophy of dialogue, and classic literature. I write about how to get better at learning, the best books I read, and my personal philosophy of coaching. And I will not lie to you – I can get verbose at times! I’d be happy if you stick around and read more of what I have to share!

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